Che succede quando i "drogati da smartphone" non sono i teenager ma gli adulti? Un fenomeno da non sottovalutare.
I teenager incollati tutto il giorno al cellulare non sono un bel vedere, ma da un recente studio del Boston Medical Center sta emergendo che, quando a essere drogati da smartphone sono i genitori, è ancora peggio.
Per chi è stato catapultato nel mondo della connessione h24 senza essere nativo digitale, può essere difficile non farsi travolgere.
Per questo, paradossalmente, gli adulti rischiano di sviluppare una dipendenza da telefonino quanto e più dei giovani.
Benché la stampa riporti molto più spesso le lamentele dei genitori per il comportamento dei figli, appiccicati costantemente ai loro device, è sempre più frequente il comportamento contrario.
Tanti ragazzi, infatti, si lamentano di sentirsi trascurati e poco considerati dai loro genitori, troppo impegnati a chattare o a mettere like su Facebook.
I ricercatori di Boston hanno preso in esame il comportamento di genitori e figli nei fast food e si sono accorti che il 73% degli adulti hanno controllato lo smartphone almeno una volta.
Hanno anche scoperto che quando i bambini hanno provato a interagire coi genitori occupati col telefono, la reazione degli adulti è stata particolarmente infastidita.
Addirittura una mamma ha tirato un calcio al figlio sotto la tavola, mentre un'altra ha continuato a ignorare il bambino che cercava di prenderle la testa per distoglierla dallo schermo!
Pare evidente che se chi dovrebbe educarti passa tutto il tempo del pasto col telefono in mano, il tipo di interazione con i ragazzi è decisamente alterata.
Cè infatti anche da considerare l'aspetto simbolico e di condivisione del mangiare insieme.
Prima dell'avvento degli smartphone il momento del pasto era importantissimo per le interazioni faccia a faccia e per il confronto emozionale.
A tavola si parlava, ci si confrontava, a volte ci si scontrava. A tavola ci si elogiava o rimproverava, si annunciavano le belle e le brutte notizie.
Era il momento in cui tutti i membri della famiglia raccontavano i fatti della giornata.
Avere un libro o un giornale vicino al piatto e "leggere col boccone in bocca" era visto come un grave segno di maleducazione o come una vera provocazione.
Passare più tempo al telefono che con la prole, oltre a dare un pessimo esempio ai più giovani ("se lo fanno loro lo posso fare anch'io") può infatti minare alle basi il rapporto genitore-figlio.
Il rischio è creare sensazioni di frustrazione e inadeguatezza ai bambini, che si sentiranno poco interessanti agli occhi di mamma e papà.
O almeno, meno interessanti di uno smartphone.
Tra gli effetti collaterali, il fatto che la reazione tipica del bambino che si sente trascurato sia tentare in ogni modo di ottenere l'attenzione del genitore, là dove "ogni modo" può anche significare comportamenti illeciti, violenti o pericolosi.
Il problema della dipendenza da smartphone non riguarda solamente i genitori e i figli: da uno studio inglese risulta che ben il 66 per cento della popolazione prova ansia al solo pensiero di non avere sotto mano il proprio cellulare.
La rivista "Time" ha riportato un altro risultato preoccupante: un campione rappresentativo di persone è stato sfidato a stare un giorno intero senza consultare lo smartphone e solo il 16% è riuscito a mantenere l'impegno.
Un buon 20 per cento di questi è abituato a controllare il telefono ogni 10 minuti.
Addirittura un adulto su cinque non resiste alla tentazione di controllare i messaggi anche... durante l'attività sessuale!
La conclusione è semplice, senza drammatizzare troppo: è innegabile l'utilità di questi strumenti, che in tanti campi hanno permesso di ottenere risultati molto importanti (nel nostro piccolo ci stiamo impegnando anche noi di SmanApp, con lo scopo di rendere più sicure le strade per ciclisti e pedoni).
Nello stesso tempo, però, restano molti lati oscuri da affrontare per dominare una tecnologia nuova e molto pervasiva, evitando di esserne dominati.
La risposta, alla fine, è sempre la stessa: riuscire a usare in modo responsabile e consapevole lo smartphone, prendendone i (moltissimi) aspetti positivi ma non sottovalutando il rischio-dipendenza.