Passare o non passare col giallo? Il dubbio di Amleto applicato al Codice della Strada
A volte le giornate prendono una piega sbagliata fin dall’inizio.
Per esempio quando trovi il filotto di semafori rossi. Perfettamente sincronizzati… in negativo.
Ma per quanto mi riguarda c’è una casistica più fastidiosa ancora: la sequenza di semafori gialli.
Io il giallo proprio non lo sopporto.
Il semaforo giallo inserisce un elemento d’ansia supplementare, che mi fa iniziare malissimo la giornata.
Quando scatta non sai mai con certezza quanto durerà: sarà uno di quelli che in un secondo diventano rossi, condannandoti a una multa se decidi di passare?
Oppure sarà uno di quei gialli eterni, che ci mettono tantissimo a cambiare colore?
Quelli che se ti fermi sai già per certo che i guidatori alle tue spalle si infurieranno, ma se procedi… lo farai sicuramente nel momento sbagliato.
Capita spesso di vedere auto lanciarsi a tutta birra per bruciare il giallo, inchiodando poi all’ultimo istante per un ripensamento… per la gioia di chi li segue.
Insomma, il semaforo giallo crea dubbi, incertezze, timori… al contrario, la legge è estremamente chiara.
In merito all’eventuale multa per passaggio con rosso, una sentenza del 2014 della Corte di Cassazione Civile recita: “la durata più o meno lunga della luce semaforica gialla (non essendo prevista una durata minima) non può assumere rilevanza alcuna”.
Anche il Codice è esplicito: “Durante il periodo di accensione della luce gialla, i veicoli non possono oltrepassare gli stessi punti stabiliti per l’arresto, di cui al comma 11, a meno che vi si trovino così prossimi, al momento dell’accensione della luce gialla, che non possono più arrestarsi in condizioni di sufficiente sicurezza; in tal caso essi devono sgombrare sollecitamente l’area di intersezione con opportuna prudenza”.
Ed è proprio questo il punto: se è chiaro che ci si deve fermare già al giallo, è meno chiaro (almeno) il momento giusto dell’arresto in sicurezza.
Il giallo ha un elemento soggettivo, è evidente... ma la normativa (giustamente) non lo ammette: nel 2012 la stessa Cassazione ha dichiarato che
“l’automobilista deve adeguare la velocità allo stato dei luoghi”, stabilendo che la durata di “oltre tre secondi” dovrebbe essere ritenuta il minimo per la luce gialla.
Infine, non ci possiamo fare alcuna illusione sulla clemenza della Corte: niente da fare, la multa per il passaggio col giallo è la stessa del passaggio col rosso.
Quindi, che fare?
Semplice: niente ansia.
Riportiamo il tutto a una risposta netta, oggettiva e assoluta.
L’unica possibile.
Se il semaforo diventa giallo, ci si ferma… a meno che non si sia già superato e ci si trovi ormai in mezzo all’incrocio.
Così il giallo smetterà di essere una metafora del dubbio e dell’incertezza, tornando ciò che dovrebbe sempre essere: un rosso travestito.
Un preavviso di arresto, che dà solamente il tempo di frenare senza inchiodare bruscamente.
E pazienza per gli automobilisti che, alle nostre spalle, faranno il diavolo a quattro perché – ovviamente – il giallo durerà un tempo che ci sembrerà eterno.
Altro che tre secondi.