L'autogrill è una categoria dello spirito, il non-luogo perfetto.
Per questo, i prodotti che vi vengono venduti non potevano che possedere una loro, particolare, malefica unicità.
Ci sono alcuni articoli immortali, oggetti che provengono direttamente da una sorta di modernariato kitsch, dimenticato in qualunque altro luogo.
Sono cose che solo in autogrill si possono comprare... o almeno, solo in autogrill vengono messi in bella vista come succose attrazioni.
Il fatto è che in autogrill si comprano cose solamente per vincere la noia dei lunghi viaggi.
Oggetti che in qualunque altro contesto civile andrebbero vietati per legge, qui trovano cittadinanza.
Che altro devi fare, in un non-luogo perfetto, se non fare shopping compulsivo?
La tendenza ad acquistare la qualunque viene ovviamente cavalcata ferocemente, cercando di appioppare al viaggiatore oggetti che non credevamo fossero nemmeno più sul mercato.
Residui perduti degli anni '80, autentiche fregature, roba inquietante o francamente minacciosa.
Ecco il nostro viaggio negli orridi meandri degli scaffali del luogo di transito per eccellenza.
Dopo qualche ora di caldo torrido in autostrada, non è detto che una Rustichella rovente sia la soluzione migliore. E allora, via di vitamine!
Per questo, i subdoli gestori di questi luoghi ameni hanno previsto una risposta fresca e salutare.
Peccato che di solito tali macedonie siano calde, non abbiano alcun sapore riconoscibile e, per pochi cubetti di ananas e melone, costino uno sproposito.
Portatevi la frutta da casa.
Chissà se esistono ancora... qualche anno fa, in un viaggio tra Puglia, Abruzzo e Molise, andai a sbattere in una cesta meravigliosa di Cd apparentemente autentici.
Trattavasi di raccolte dei maggiori nomi del pop, che so, Madonna, i Queen, Michael Jackson.
Solo a una seconda occhiata, trovavi, scritto in piccolo, la dicitura "interpretati da", seguito da un elenco di ignoti suonatori. Di solito cover band degli artisti in questione.
Considerato che nessuno al mondo si compra il cd di qualcuno che clona l'originale e lo vende allo stesso prezzo di quello vero, l'unica spiegazione era il furbo tentativo di musicisti e venditori di approfittare della fretta del viaggiatore: "Ehi, una raccolta dei Queen! La prendo, almeno si sente in macchina!"
Salvo scoprire solo a disco acquistato che, anziché Freddie Mercury, a cantare, magari, è Antonio La Trippa.
Una sola domanda, di fronte a questi obbrobri spacciati per eccellenza italiana.
In tutta la vostra vita, vi è mai capitato di mangiare fuori, a casa di amici o al ristorante, vedendovi propinare questo improbabile tipo di pasta aromatizzata alle incognite?
No, a meno che i vostri amici segretamente vi detestino.
E lo sapete il perché?
Perché quella roba non la mangia nessuno. Non è una cosa di cui nutrirsi, ma solo un souvenir d'Italy, destinato a impolverarsi nei cassetti di chi lo ha ricevuto in regalo, fino ad avvenuta scadenza e definitivo cestino.
Cari libro-dipendenti, niente negli autogrill vi darà davvero piacere.
Non il manuale per il perfetto manager, né il nuovo bestseller di un guru dei social e nemmeno il romanzo-polpettone del momento.
I libri che trovate negli autogrill sono quelli che in una libreria decente non entrano nemmeno.
Ognuno è libero di fare quello che gli pare, ma a questo punto fate prima a leggere gli ingredienti delle bottiglie d'acqua o le istruzioni della vostra auto. Almeno è gratis.
Non so per quale leggenda metropolitana, in molti credono che il Gratta e vinci degli autogrill sia più fortunato.
Nessuna logica, nessuna statistica, nessuna realtà.
Ma tant'è, anche chi non ha questo vizio, arrivato alla cassa vacilla.
Anche perché i cassieri te lo chiedono direttamente, a fine conto: "sono 15 euro, vuole anche un Gratta e vinci?".
Respira forte, dì "no, grazie" ed esci al più presto da questo luogo di perdizione.
Anatema!
Fortunatamente sono scomparsi, ma un po' di anni fa apparivano qua e là in alcuni autogrill del centro Italia.
Bei, solidi manganelli di plastica dura con i nomi e i colori delle squadre di calcio o, a volte, addirittura simboli politici.
A cosa saranno mai serviti, se non ad "armare" le tifoserie di passaggio?
Questi oggetti erano una vera sfida alla decenza, e credo anche a qualche articolo di legge. Spero proprio di non vederli mai più.
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Non che il famigerato panino cotto e formaggio sia peggiore degli altri.
Anzi, in realtà è forse il più onesto, privo almeno dell'attacco al fegato della cotoletta ficcata nell'Apollo, o della malinconia della floscia caprese depressa del Capri.
Quello che ce lo rende particolarmente inviso è l'uso del nome di una deliziosa cittadina italiana che, però, non è tra le più note in assoluto.
Per capirci, non è né Venezia né Firenze, né, appunto, Capri.
Il risultato è che generazioni di utenti sono cresciute e arrivate a maggior età pensando che Camogli non fosse un paese ma solamente un panino.
Sentito con le mie orecchie dialoghi del tipo:
- "Sono stato a Camogli"
- "Ah! Ah! Come il panino!"
Come se fosse nato prima lui.
Il maledetto panino.
Se fossi di Camogli, non la prenderei benissimo.
Per qualche curiosa ragione, chi sceglie i prodotti da esporre in autogrill sembra avere un fatto personale contro la nostra salute.
L'idea di "alimentazione sana" è, semplicemente, bandita dagli scaffali.
Dalle patatine alle caramelle gommose fino ai marshmallow e ai biscotti ripieni di qualunque cosa, siamo nel regno del junk food.
Provate a mangiare altrove le stesse cose che avete golosamente divorato in questa sorta di isola nel mare d'asfalto e vi renderete conto che non hanno più lo stesso gusto.
Evidentemente, ogni tipo di cibo ha il suo habitat naturale: l'ecosistema di questa roba è l'autogrill, come l'Irlanda per la Guinness o la Liguria per il pesto!
Non entriamo nel merito qualitativo delle mortadelle e dei provoloni king size, dei salami ipertrofici e delle bottiglie di vino di marche improbabili.
Vi segnaliamo solamente che costano più o meno tre volte tanto rispetto allo stesso prodotto acquistato in una qualunque altra parte dell'universo.
Questi prodotti più o meno edibili sono l'ultima chance del viaggiatore che si è dimenticato il regalino da portare alla suocera... ma, al di là di questi casi limite, meglio passare oltre alla svelta.
Non so se sia vero, o se si tratti di una leggenda urbana, ma gira voce che in alcuni autogrill sia tornato in vendita uno dei più inquietanti reperti degli anni '80: il gelato "Piedone".
Lo credevamo sepolto tra le macerie della storia, rimosso anche dall'immaginario collettivo dei nostalgici di girelle e Commodore 64
Ci illudevamo, poveri ingenui, che l'idea di leccare un gelato a forma di piede umano fosse qualcosa di cui non avremmo mai più sentito parlare.
Se questa notizia è vera, se anche il Piedone è tornato, significa che davvero tutto è possibile.
Se potete, vi preghiamo di smentirci: diteci che è solo l'incubo di un feticista.
Macchinine, bambole, peluche, pupazzetti di ogni tipo campeggiano come trappole in ogni angolo del nostro non-luogo preferito, venduti a prezzi del tutto assurdi.
Sgargianti e tentatori, sono la maledizione dei viaggiatori con prole.
Del resto, se voi state tornando a casa con un bottiglione di "autentico" Limonello di Sorrento (no, non ho detto Limoncello), anche i vostri figli hanno il diritto al loro momento di gloria.
Abbiamo già parlato, la settimana scorsa, del Camogli, ma qui si va molto oltre.
Lasciamo perdere la connessione - assai discutibile - tra questo panino e uno dei luoghi più belli d'Italia.
Quello che più ci sconcerta, qui, è proprio la scelta degli ingredienti: prosciutto cotto, mozzarella, pomodoro, lattuga, origano e maionese.
In pratica, una caprese addizionata di mayo.
Ora, non so voi, ma ci sono alcuni alimenti che a nostro parere non dovrebbero mai e poi mai stare insieme.
Per esempio, per dire, fragole e pesce spada, vongole e salsiccia, cose così.
Ecco, mozzarella e maionese è una di queste accoppiate criminose.
Poi, figuriamoci, ognuno è libero di farsi del male a suo piacimento... ma non ci dite poi che non vi avevamo avvertito.
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