Auto
Le donne guidano meglio!
Parte 1: Le donne guidano bene!

“Donna al volante pericolo costante”. Quante volte abbiamo sentito questo proverbio?

Ecco, è arrivato il momento di relegarlo in soffitta insieme a tutto il resto delle cianfrusaglie maschiliste.

Già il fatto che in media le donne pagassero meno di assicurazione (benché sia fatto divieto agli assicuratori di tenere in considerazione il genere dell’assicurato) avrebbe dovuto far scattare più di un campanello d’allarme.

Uno studio del 2018 su 539000 persone inglesi e gallesi ha stabilito che il rapporto uomini/donne nelle infrazioni era di 4 a 1 (qui la fonte).

Se è vero che (come sembra) nei test di guida gli uomini vadano decisamente meglio, e che quindi le donne in media impieghino più tempo ad ottenere la patente, quando ce l’hanno le cose cambiano di molto.

Parte 1: Le donne guidano bene!

Più attente alla sicurezza, più prudenti, meno istintive, le donne, semplicemente, guidano meglio.

Almeno per chi ritiene che guidare meglio significhi correre meno, prendere meno rischi inutili per sé e per gli altri, rispettare gli altri utenti della strada e le regole del Codice.

Eppure, tuttora, il 97 per cento degli italiani ritiene le donne alla guida migliori degli uomini.

Un altro dato: l’87 per cento degli uomini in condizioni meteo estreme non ha paura di mettersi al volante (contro il 71 femminile).

Questo indica, negli uomini, incoscienza o consapevolezza nelle proprie capacità? E nelle donne, giusta cautela o insicurezza?

Proseguendo con i dati, già nel 2010 una ricerca commissionata da Goodyear e Dunlop Europe (qui la fonte), riguardante 3500 automobilisti, aveva stabilito una netta predisposizione maschile a tenere comportamenti sbagliati:

- sorpasso di più di un’auto su carreggiata a doppio senso? 71% uomini contro 53% donne

- auto spinta fino alla sua massima velocità? 46% uomini contro 30% donne

- tendenza a guidare dopo aver bevuto alcolici? 39% uomini, 22% donne)

Ma perché le donne guiderebbero meglio?

Soprattutto perché sono più responsabili: indossano la cintura, studiano il Codice, vanno più piano, non fumano, non mangiano, non bevono alla guida.

Un altro luogo comune, sfatato dalle statistiche, è quello che vede le donne guidare molto meno.

Al momento infatti il divario non è siderale: 57% per gli uomini contro 43%, pareggiato dal fatto che le donne alla guida percorrono una media di 10600 km l’anno, contro gli 11500 km degli uomini: poco meno.

Riportiamo qui la fonte che, a onor del vero, riporta una sostanziale parità tra uomini e donne per quanto riguarda gli incidenti, a differenza delle fonti precedenti.

Stereotipi che si confermano

Se c’è una differenza sostanziale, rispetto alla guida, è la sensazione femminile di sentirsi molto più “sotto pressione” quando sono alla guida.

Questo probabilmente nasce proprio dalla presenza di un pregiudizio e dall’opinione preconcetta degli stessi compagni di viaggio e passeggeri.

Insomma, quando lo stereotipo si conferma è (come quasi sempre) colpa della stessa presenza di uno stereotipo in quanto fattore d’ansia e, questo sì, di maggior pericolo al volante.

Parte 2: le donne guidano male!

Come è giusto che sia, diamo voce anche a chi la pensa diversamente: un articolo del 2019 che va in totale controtendenza.

Si chiama “Perché le donne guidano male, ce lo dice la scienza” e pare fatto apposta per far infuriare un bel po’ di lettrici (ma anche lettori).

Intanto, si parte subito (maluccio) con l’ambizione di spiegare un assunto già dato per scontato: “perché le donne guidano male?”

Dopo una partenza soft, in un crescendo wagneriano, l'articolo inanella le spiegazioni “scientifiche” di tale assunto.

La fiera dello stereotipo

Prima della lettura sarebbe stato opportuno mettere un cartello indicatore "Attenzione, caduta stereotipi".

Vediamone alcuni.

L’uomo guida meglio perché geneticamente portato a concentrarsi al massimo su una cosa sola. Non come quelle poveracce delle donne, cui da sempre tocca farne bene almeno dieci per volta...

In più, abituato fin dall'antichità a “organizzarsi in branchi” (giuro, c’è scritto!) ha imparato a far parte di un sistema e ad agire a favore del gruppo.

La donna, invece, st’asociale, sottovaluta le conseguenze sul “sistema traffico” perché, evidentemente, in branco non sa stare.

Come se non bastasse, le loro antenate non hanno mai cacciato nelle foreste pluviali del Pleistocene (chi non lo ha fatto, tra noi uomini, almeno una volta il sabato sera?).

Per questa ragione notoriamente le donne non hanno senso dell’orientamento.

La prova scientifica? Chiedono informazioni più spesso degli uomini.

Sì, lo dice davvero.

E poi, si sa, sono più indecise, a causa di una maggiore capacità riflessiva.

Sembrerebbe un complimento se non specificasse che dipende dai loro percorsi mentali più lenti (e qui, diciamolo, si comincia a offendere...)

Ma allora, i dati? Niente paura!

Si dirà: e allora perché, in percentuale, le donne fanno molti meno incidenti gravi degli uomini?

Nessun problema! La risposta è già pronta, e qui il livello di sessismo sale a Mach 5: le donne, si sa, usano la macchina per accompagnare i bambini a scuola e fare la spesa, avere incidenti in quei pochi metri non è facile!

Mica come il maschio, sempre intento a esplorare in auto luoghi sconosciuti e infidi, “a più alto coefficiente di rischio”!

Senza contare il fatto che (poteva mancare?), “le donne si emozionano di più”, “sono più emotive”, “tendono ad arrabbiarsi più facilmente alla guida”.

Perla finale: sulla base inoppugnabile di uno studio tedesco sulle capacità di parcheggio fatto su un campione enorme di ben 66 volontari, l’autore ricava che le donne “non sanno parcheggiare, non c’è discussione!” a causa dell’assenza, nientemeno, “dei circuiti neurologici che conferiscono l’intelligenza spaziale”.

Quindi non in grado di misurare uno spazio di qualche metro, in questo caso quello del parcheggio.

Faccende prettamente maschili come traiettorie e distanze, insomma, non sono "!sport per signorine".

Motivo? Nel Pleistocene le donne stavano a casa, non avevano bisogno di misurare lo spazio al di là della loro caverna... e questo spiega tutto, ovviamente!

Con l'accusa alle donne di essere spazialmente deficienti (ma, poverine, non per colpa loro, le difende paterno l'autore...) si conclude questo brillante saggio il cui giudizio lascio, semplicemente, a lettrici e lettori.

Donna o uomo al volante che sia, quando sei a caccia nelle foreste del Pleistocene non dimenticarti di sostenere la sicurezza stradale con SmanApp, la prima app che premia chi guida BENE!

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