Arrivare a Venezia in auto o in treno è un’emozione potentissima.
All’improvviso, la terraferma scompare, e resta solo una striscia di terra che si tuffa nell’azzurro della laguna: il Ponte della Libertà.
Una strada circondata dalle acque, come un tappeto volante che corre verso un castello incantato, tempestato di luci.
In fondo all’immenso ponte, come un miraggio, un’apparizione o una fatamorgana, si staglia il profilo immortale della più originale, straordinaria delle città.
Percorrila almeno una volta nella vita, specie al tramonto, magari a ottobre, quando la nebbia rende tutto ancora più irreale e magico.
Ma come è nato questo capolavoro dell’ingegneria, destinato a unire una volta per tutte la Serenissima alla terraferma?
Venezia non è sempre stata così facilmente raggiungibile.
Fino a metà dell’800, l’unico modo di arrivarci era via acqua.
Uno splendido isolamento durato per secoli!
Il primo passo per rendere più raggiungibile la riottosa ex-Repubblica risale al 1846, durante la poco gradita dominazione austriaca: un ponte ferroviario che la unisse a Marghera e Mestre
Insomma, alla terraferma.
Fu un’opera colossale, che – unita alla costruzione della Stazione di Santa Lucia – permise ai treni, per la prima volta, di arrivare sbuffando nel cuore della città.
All’epoca, infatti, le locomotive viaggiavano a vapore, mandavano grandi fumate dalla ciminiera e somigliavano un po' tutte (vedi immagine) all’Hogwarts Express!
Fino al 1932 il grande ponte ferroviario rimase identico, a parte un terribile incidente ferroviario nel 1920: due treni si tamponarono sul ponte.
Con 25 vittime e svariati feriti è tuttora il più grave incidente mai avvenuto in Veneto.
Negli anni ‘30 al ponte ferroviario se ne affiancò uno accessibile alle auto.
Fu realizzato dall’architetto Eugenio Miozzi e inaugurato nel 1933 con il nome (tipico dell’era fascista) di Ponte Littorio.
L'attuale denominazione di Ponte della Libertà risale alla fine della Seconda Guerra Mondiale, per celebrare la caduta del regime.
Mentre la parte ferroviaria termina alla stazione di Santa Lucia, la strada per le auto termina a Piazzale Roma.
Qui finisce il traffico su terra e si procede per il centro storico.
Tuttora, infatti, le automobili sono rigorosamente vietate in tutta Venezia.
Piazzale Roma è l’ultima frontiera di benzina e gasolio, che lasciano il posto alla nafta dei vaporetti.
Un weekend d'autunno nella Laguna Veneta