Pochi oggetti, nelle auto italiane, sono trascurati e negletti come le cinture posteriori.
Una tendenza che ci pone in fondo alla classifica europea, grazie alla vecchia e inveterata abitudine a pensare di "aggirare" la legge, convinti che si tratti di inutile limitazione alla libertà.
Da alcune statistiche, un europeo su due la indossa, ma solo un italiano su tre.
Le cifre peggiorano sopra i 40 anni, tra chi è sempre stato abituato a non portarle.
Ci rendiamo conto che la pagina del martedì, tradizionalmente dedicata alla sicurezza in strada, rischia sempre di essere una sorta di antipatico "grillo parlante", ma il tema non può proprio essere ignorato da chi, come noi, ha in questo tema una delle proprie mission principali.
Tra le ragioni di una tendenza a minimizzare l'importanza delle cinture posteriori, sicuramente alcune hanno un peso maggiore.
Per esempio, l'idea che difficilmente un vigile si accorgerà - senza uno sguardo più accurato - della trasgressione in corso. Come se metterle o non metterle fosse un dispetto o un piacere fatto all'agente.
Un altro punto è l'idea che la parte posteriore dell'auto sia una specie di salotto, dove muoversi a proprio agio senza il fastidio della cintura (fino a pochi anni fa era comune anche sdraiarsi e fare la pennichella...).
Ma l'idea sicuramente più perniciosa è un'altra: è opinione comune che chi siede dietro sia più al sicuro.
Sui primi due punti poco c'è da dire, se non augurarsi che in Italia scompaia per sempre, prima o poi, questa tendenza a "fare i furbi" fine a se stessa, che porta anche a correre rischi evitabilissimi.
Sul terzo punto, invece, i dati sono chiarissimi: il mito della maggior pericolosità dei posti anteriori è, appunto, un mito. Una leggenda urbana.
Non c'è una reale differenza di pericolo tra posti davanti e dietro.
In caso di incidente è altissimo il rischio, per tutti i passeggeri, di essere espulsi violentemente dall'auto, sballottati pericolosamente contro le lamiere o contro gli altri passeggeri. Una dinamica che porta spesso a conseguenze mortali.
In più, molti casi gravi di danni a chi siede davanti sono stati causati proprio dall'impatto violento contro uno dei passeggeri privi di cintura, sbalzato da dietro.
Secondo il Codice, a essere responsabile del mancato allacciamento delle cinture posteriori non è solo il passeggero che non la indossa, ma anche il proprietario dell'auto.
In caso di rifiuto di allacciarsele, addirittura il passeggero può essere invitato a scendere dal mezzo.
Quella sorta di imbarazzo che spesso i guidatori hanno a chiedere ai passeggeri di ottemperare all'obbligo di cintura, forse dovuto al fatto che a nessuno piace passare per quello "precisino" e noioso, è un elemento da spazzare via una volta per tutte: se ti siedi nella mia macchina, segui le regole del Codice della Strada, sennò... a piedi.
In caso di incidente, la presenza in auto di persone non assicurate alla cintura crea pericoli per tutti i passeggeri, quindi non ci sono scusanti. La cintura è prima di tutto un beneficio, e poi un obbligo di legge.
Il rischio di prendere una multa non è né deve essere la ragione principale per "obbedire" alla regola. Il motivo fondante è uno, semplice e lineare: la cintura posteriore può salvare la nostra vita e quella di chi ci sta intorno.
Non ci dovrebbe essere bisogno di dire altro, no?
Per completezza vi rimandiamo al link che riporta l' articolo 172 del Codice della strada.
Riportiamo anche il riassunto del contenuto che, così come scritto sul sito dell'Aci (qui la fonte), "stabilisce che è obbligatorio per tutti, conducenti e passeggeri dei veicoli, sui sedili anteriori e posteriori, usare le cinture per gli adulti e, per i bambini di statura inferiore a 1,50 m. sistemi di ritenuta omologati ed adeguati al loro peso.
Il conducente risponde del mancato uso dei sistemi di sicurezza da parte del passeggero dell'auto se il passeggero è minore di età e se non è presente sul veicolo chi è tenuto alla sorveglianza del minore stesso.
Il conducente che permette ai passeggeri, specie se minorenni, di viaggiare senza cintura di sicurezza o sistemi di ritenuta, può essere considerato responsabile di parte dei danni fisici subiti dagli stessi.
Il mancato rispetto della norma comporta l' applicazione di una sanzione pecuniaria e la sottrazione di punti dalla patente.
Esistono però delle eccezioni che riguardano taxi e auto a noleggio con conducente: in questo caso "i bambini possono viaggiare senza sistemi di ritenuta se collocati sul sedile posteriore ed accompagnati da persona di età non inferiore a 16 anni.
Sui veicoli privi di sistemi di ritenuta, i bambini di età fino a tre anni non possono viaggiare, mentre quelli di più di tre anni possono viaggiare su un sedile anteriore solo se di statura superiore a 1,50 metri".
Sempre parlando di esenzioni, l'obbligo non c'è solo per "forze di polizia, polizia municipale e provinciale, forze armate, addetti ai servizi antincendio e sanitari in caso di intervento di emergenza, istruttori di guida, addetti ai servizi di vigilanza privati che effettuano scorte, conducenti dei veicoli per la raccolta e il trasporto dei rifiuti in servizio nei centri abitati".
Infine sono esentate, previo certificato medico, "le persone affette da patologie particolari, che abbiano condizioni fisiche che costituiscono controindicazioni specifica all'uso delle cinture, le donne in stato di gravidanza in condizioni di rischio particolari conseguenti all'uso delle cinture".
Il Codice è quindi estremamente chiaro rispetto a questo punto: una volta per tutte, non c'è nessuna differenza tra cinture anteriori e posteriori!
Oltre a mettere le cinture sia posteriori che anteriori, ricordati di attivare SmanApp: la prima app che premia con sconti, buoni e offerte speciali chi guida rispettando i limiti di velocità!