Ogni volta che metto il naso fuori dal confine scopro, come è normale, pro e contro del nostro paese, scoprendomi a volte felice di essere italiano, altre volte davvero sconsolato.
Un punto su cui non è proprio possibile essere patriottici è la tendenza al rispetto delle regole della strada.
Non so quali siano le basi culturali che hanno instillato questa modalità nel DNA della società irlandese (e inglese, visto che in questo senso le due popolazioni, spesso in disaccordo, hanno la stessa impostazione), ma in Irlanda, per esempio, la differenza è impressionante.
Nessuno che si piazza strisciando senza ragione nella corsia centrale dell'autostrada. Nessuno che si appiccica alle tue spalle nevroticamente, strombazzando e sfanalando.
Niente clacson se non in caso di necessità (nel nostro caso, due volte quando abbiamo fatto qualche errore tipico di chi è poco abituato alla guida a sinistra).
Una guida in generale più rilassata e meno veloce.
Quando ci si incontra in una strada stretta e uno dei due deve fare retromarcia, nessuna tensione, solo sorrisi... magari un po' imbarazzati, ma solo per la situazione in sé.
In città, certo, c'è traffico, ma nessuno brucia gli stop o tantomeno i semafori.
Per prendere autobus, treni e taxi tutti stanno ordinatamente in coda e non è pensabile passare avanti.
La polizia locale, chiamata "Garda", non può portare armi da fuoco. La sensazione è quella del "poliziotto di quartiere" che, anche nelle città più grandi, viene visto non come un nemico che ti multerà spietatamente e senza ragione, ma come un lavoratore che fa quello che deve, come tutti.
Se sgarri, la multa è inevitabile e non porta solidarietà verso il multato e astio verso il vigile... e va detto che i vigili "Irish" sono davvero rigidi: un ritardo di cinque minuti sull'orario concesso di parcheggio porta, inevitabilmente, a multa o ganasce.
Ed è del tutto inutile implorare e dire che "sono solo cinque minuti": per loro sono cinque minuti di troppo, e tant'è.
Questo articolo non vuole però essere un elogio degli irlandesi, anche perché non intendo generalizzare i comportamenti di un intero popolo in positivo o in negativo (anche tra loro ci sono senz'altro coloro che passano col rosso, per dire...).
Queste righe vogliono solo sottolineare un punto che mi ha colpito in particolare: la percezione, avuta anche in altri paesi del Centro e Nord Europa, che vigili e poliziotti non siano necessariamente nostri nemici, anzi.
In un mondo più sensato, le forze dell'ordine dovrebbero semplicemente tutelare e proteggere il cittadino, sanzionando i comportamenti pericolosi o dannosi per il prossimo.
Purtroppo, in Italia, un insieme di abitudine all'approssimazione, tendenza alla furbizia come "valore nazionale" e diffidenza (a torto o a ragione) nei confronti di chi rappresenta l'autorità, ha creato questa situazione anomala per cui, qualunque sia l'infrazione commessa, la colpa è di chi commina la sanzione.
Sarà sempre il vigile a essere troppo severo, a non considerare le nostre ragioni, sempre sacrosante, per parcheggiare in doppia fila o nei posti per disabili, a bucare precedenze e strisce pedonali, a correre troppo nei centri abitati e così via.
Così, diventano frequenti insulti e aggressioni, specie quando il vigile è donna... visto che, purtroppo, alle nostre latitudini un certo sessismo è ancora ben lontano dallo scomparire. Ma questa, come si suol dire, è un'altra storia.
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