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Limite a 150? Parliamone

150 all’ora in autostrada: una proposta ancora in fase di discussione, che secondo noi rappresenta un deciso passo indietro rispetto alle politiche europee.

La proposta di modifica al Codice della Strada continua a dividere la rete. Ne abbiamo già parlato in questo articolo, ma vorremmo soffermarci su una delle modifiche più controverse tra quelle allo studio: la possibilità di portare a 150 chilometri l’ora la velocità massima in autostrada sulle tratte a tre corsie fornite di tutor.

Più velocità=più incidenti

Questa proposta, sostenuta soprattutto dalla Lega, va secondo noi a cozzare contro gli sforzi fatti in Italia in questi anni, volti a ridurre incidenti e mortalità monitorando e limitando proprio la velocità.

Tutti gli studi, del resto, vanno nella stessa direzione: il collegamento velocità/rischio è ampiamente dimostrato.

In più, la possibilità di elevare a 150 km/h la velocità in tratti particolari, a seconda delle caratteristiche della strada, era già lasciato alla discrezionalità degli enti concessionari dall’articolo 42 dell’attuale Codice, ma nessun ente ha mai messo in pratica questa possibilità, ritenendola presumibilmente incompatibile con le strade italiane, spesso inadeguate.

Un altro punto controverso è l’inquinamento: se più velocità, secondo le associazioni di categoria come l’ASAPS e l’AIFVS (rispettivamente Amici della Polizia Stradale e Familiari Vittime della Strada), significa più incidenti e maggior gravità degli stessi, le associazioni ambientaliste hanno segnalato che aumentare la velocità porterebbe a una crescita delle emissioni inquinanti. 

Le ragioni del "sì"

Tra i favorevoli, c’è chi ritiene che un aumento della velocità costringerebbe i guidatori a essere meno distratti, e che limitarla alle strade con tutor permetterebbe di essere severi al massimo con chi sgarra.

Inoltre, ragionano, la maggior parte degli italiani tendono già a superare quel limite quando sono in corsia di sorpasso su strade dritte, con poco traffico e senza autovelox.

Il che significa che in molti si ritengono in grado di saper gestire tale velocità.

Contraddizioni e paradossi

Ascoltando queste dichiarazioni ci sembra di sentire un rumore di unghie sugli specchi.

Il fatto che molti in Italia superino i limiti e si ritengano in grado di farlo non significa necessariamente che tali limiti siano troppo bassi, ma piuttosto che gli italiani tendono a vivere le regole in modo piuttosto elastico e che tendono a ritenersi esperti anche quando non lo sono.

Infatti sono in pochi ad aver frequentato corsi specifici (per esempio un corso base di guida sportiva) e quindi a sapere come comportarsi ad alte velocità in caso di imprevisti.

Purtroppo, la sensazione di sicurezza di cui parliamo è in buona parte illusoria: finché va tutto bene, nessun problema, ma in caso di emergenza sono davvero in pochi i guidatori in grado di reagire con la competenza, la concentrazione e l’abilità necessaria.

Infine, sostenere che più velocità costringa il guidatore a più attenzione è un capolavoro di equilibrismo: ammettendo implicitamente che a una velocità maggiore si corrono più rischi, si sostiene che sia una buona pratica alzare il livello di rischio per il guidatore in modo da farlo concentrare di più...

Chi vuole i 150?

Tra i favorevoli, spicca la posizione dell’ACI. Secondo lo storico Automobile Club d’Italia, se le strade sono progettate per una certa velocità, non c’è ragione di non permetterla, e il fattore inquinante principale è la guida “discontinua” (con continue frenate e accelerate) e non quella veloce.

A parlare a favore della norma anche gli industriali del settore automobilistico, che prevedono un aumento delle vendite di auto, e in generale le associazioni di automobilisti che sostengono l’idea perché diminuirebbe il traffico, lo renderebbe più scorrevole e ridurrebbe i tempi di percorrenza.

La nostra opinione

Una premessa: la legge è ancora in fase di dibattito, visto che la posizione pentastellata sul tema è praticamente opposta a quella leghista e tendenzialmente contraria all'innalzamento del limite. Quindi al momento niente è sicuro.

Detto questo, in linea di principio potremmo anche essere d’accordo sul fatto che un guidatore esperto e molto concentrato, su una strada a tre corsie nelle migliori condizioni di traffico, meteo e fondo stradale, possa senza problemi affrontare certe velocità.

Ma ci permettiamo di ricordare che la maggior parte dei guidatori (e delle strade) non corrispondono affatto a questi requisiti.

L’autostrada non è solo appannaggio dei professionisti del volante. In autostrada ci vanno tutti, esperti e meno esperti, guidatori della domenica e twittatori compulsivi, giovani che hanno la patente da poco, anziani con i riflessi non più ottimali e guidatori disattenti convinti di essere piloti provetti.

Temiamo che il limite a 150 porterebbe quindi a un aumento rilevante dei rischi e che, così concepito, finirebbe per essere un grosso favore agli industriali dell’auto, fatto sulla pelle degli utenti della strada.

Infine, in una società occidentale che va sempre più verso un calo della velocità per motivi sia ambientali che di sicurezza, troviamo particolarmente grave dare un segnale opposto.

Ci auguriamo quindi che tale modifica non entri mai in vigore: le nostre strade hanno bisogno di più manutenzione, più sicurezza, miglior segnaletica. Non certo di più velocità.

Per approfondire: fonti di riferimento

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