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Sicurezza stradale e guida con lo smartphone: è ora di dire basta!
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Navigare, chattare, farsi selfie al volante: un'abitudine criminale che coinvolge un numero sempre maggiore di utenti della strada.


Le statistiche sono sempre più sconcertanti. Secondo una recentissima indagine commissionata dalla Regione Lombardia (qui il link) il 40 per cento di chi va in auto, il 50% dei ciclisti e il 10% di chi preferisce lo scooter usa lo smartphone durante la guida.

Quando i numeri fanno paura

Si tratta di una ricerca realizzata su un campione di 2653 studenti delle classi quarta e quinta degli Istituti Secondari Superiori dell'area della città metropolitana di Milano, e il fatto che il test riguardi un campione in età giovanile rende questo risultato se possibile ancora più grave.
A fronte di questo dato, si affiancano altri numeri: 32.785 incidenti nella sola Lombardia nel 2016, con oltre 45000 feriti e 434 morti.
Cifre da epidemia.
Cifre che se riguardassero qualsiasi altro argomento (malattie o crimini, per esempio) provocherebbero una vera e propria sollevazione popolare.

L'indifferenza uccide

Invece, purtroppo, il tema "sicurezza stradale" non crea così tanto dibattito, e il prezzo umano altissimo viene vissuto come qualcosa di quasi inevitabile. Un sacrificio necessario al dio Progresso, o qualcosa del genere.
Che sia mancanza di educazione alla sicurezza in strada o vera indifferenza, il problema è ben visibile, un po' come il classico elefante in cristalleria, ma sembra che si faccia di tutto per non notarlo.
Le cause di questo stillicidio sono molteplici ma se sulla guida in stato di ebbrezza molto si è fatto e molto si sta facendo, ancora poco si muove su altri fronti che hanno un peso percentuale enorme: la velocità e l'uso degli smartphone al volante. Questi sono attualmente i più gravi tra i comportamenti a rischio incidenti.

Lo smartphone può aspettare!

In teoria tutti sono d'accordo che usare lo smartphone al volante sia una pratica da evitare a ogni costo... ma poi, come abbiamo visto, questa si rivela essere un'abitudine quotidiana di quasi metà dei guidatori!
Quel che è peggio, la maggior parte di loro non usa il cellulare come telefono, pratica che sarebbe già pericolosa, ma lo fa per mandare mail, messaggi, tweet, rispondere alle chat, controllare i post degli amici o addirittura scattarsi selfie!
Riguardo ai social, tanto per aggiungere follia alla follia, secondo la campagna internazionale di AT&T "It can wait", un terzo di chi usa lo smartphone al volante dichiara di avere una guida sicura.

Viaggiare sicuri: la sola priorità di chi guida!

La sicurezza stradale è la missione principale che sta dietro il lavoro di SmanApp: per questo ci raccomandiamo, ancora una volta, con guidatori, ciclisti e scooteristi, di evitare totalmente questo tipo di pratica.
Per quanto riguarda le telefonate vere e proprie, esistono ovunque in commercio appositi sostegni reggi-smartphone per auto da utilizzare unitamente all'uso del vivavoce.
Lo stesso vale per l'utilizzo stesso di SmanApp, il cui scopo per chi è alla guida è segnalare al guidatore la presenza di rischi improvvisi o gruppi di runner e ciclisti sulla strada: per usufruirne sarà sufficiente collocare il cellulare sull'apposito supporto e attivare l'app prima di partire, un po' come per un navigatore GPS.

Un comportamento inutile e dannoso

Se esistono situazioni in cui il sostegno per smartphone da auto può risolvere il problema, sul resto non ci sono scuse: i social network e le mail possono aspettare che il guidatore sia arrivato da A a B in sicurezza.
Una volta per tutte: l'automobile in movimento (o, a maggior ragione, la bicicletta o lo scooter) non è il posto giusto per chattare, scrivere messaggi e mandare like: è assurdo (o almeno dovrebbe esserlo) anche solo pensare che si possa dedicare una mano ed entrambi gli occhi al cellulare, togliendo dalla strada per lunghi secondi il 100% della vista e il 50% della manualità in un colpo solo!
A costo di essere monotoni (ne abbiamo parlato qui, qui e qui) continueremo periodicamente a premere su questo tasto: rischiare di perdere la vita (o toglierla a qualcun altro) per un like in più è un comportamento intollerabile e, prima ancora che pericoloso, profondamente stupido.

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